L’analisi di un diamante e la sua conseguente certificazione si basa sulla rilevazione di svariati elementi e test che concorrono alla definizione sia identificativa che qualitativa della gemma.
Primariamente vengono rilevati caratura e dimensioni del diamante, dati fondamentali per l’identificazione della gemma. Vengono rilevati con bilance e calibri di precisione.
Dopo l’accertamento che la gemma sia effettivamente un diamante, si rilevano il grado delle caratteristiche interne analizzando la pietra alla lente a 10 ingrandimenti e con il microscopio.
Quest’ultimo serve soprattutto a realizzare in modo accurato il grafico delle inclusioni.
Il grado di colore di un diamante viene testato con l’uso di un set di paragone in diamanti e con il colorimetro.
La qualità del taglio, che comprende i parametri delle proporzioni e i giudizi su simmetria e politura, viene rilevata attraverso un proporziometro elettronico e mediante l’utilizzo della lente a 10x e del microscopio.
A questi dati indispensabili, si aggiunge la rilevazione del grado di fluorescenza utilizzando una lampada a luce ultravioletta. I risultati di tutti questi test vengono poi riportati sul documento di analisi.
Ciò non toglie che il laboratorio esegue inoltre dei test che servono ad escludere la presenza di trattamenti sul colore e sulle inclusioni. Si rivelano necessarie quindi osservazioni al microscopio con polaroid, oltre che con lo spettroscopio, il Diamond Spotter, il D-Screen e, in caso di necessità, anche sottoporre il diamante a test avanzati (spettroscopia FT-IR, UV-Vis-NIR, Raman; EDXRF, microscopio a scansione elettronica).